Si congratulino tra loro i mortali

Ieri Massimo Piattelli Palmarini – autore molto noto agli studenti di scienze cognitive e pure ai lettori dell’inserto domenicale del Sole 24 Ore – ha raccontato sul Corriere una serie di aneddoti che aggiungono dettagli ulteriori alla fotografia non solo di Rita Levi-Montalcini ma anche di tutti quelli che, pure casualmente, finivano dentro lo scatto. E dice una grande verità sul più importante effetto collaterale delle persone virtuose, specie se modeste, sull’intera comunità.

Una volta, a Roma, al ristorante Il Bolognese, alla fine di una colazione tra noi due, che volle assolutamente offrire lei, non ammettendo che fossi io, invece, ad invitarla, mise sul piattino del conto una mancia spropositata (una banconota, allora, di 50.000 lire). Pensando lo avesse fatto a causa della sua non perfetta vista e della sua distrazione per le cose minori, stavo per farglielo notare. Il cameriere, premuroso, mi precedette. «No, professoressa, è troppo, è troppo». E le riconsegnò la banconota. Rita ringraziò e disse: «Mi dica Lei quello che è giusto». Il gentile cameriere, inchinandosi leggermente, declinò ogni mancia e assicurò che andava bene così. Mi parve, una volta di più, che Rita fosse come circondata da una bolla invisibile di buoni sentimenti, un mini-mondo che rendeva migliore chi ci entrava.

Sulla tomba di Newton, c’è una luminosa iscrizione latina, che penso si possa perfettamente attagliare anche a Rita. «Si congratulino tra loro i mortali che tra loro sia esistita una tale gemma del genere umano»

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