Oggi è accaduto un fatto
clamoroso che fa clamore,
incredibile che è difficile a credersi,
straordinario non ordinario,
eccezionale non regolare,
epocale che segnerà un’epoca,
storico che si studierà a scuola,
inaudito che non s’era mai udito prima (o quasi).
Solo che a sentirci parlare, o a leggere i giornali di questi tempi, si direbbe che di cose così ne accadono ogni giorno. Tant’è che oggi ci tocca aggiungere rafforzativi del tipo “davvero” o “sul serio”. Ma pure quelli li avevamo già usati ieri e l’altro ieri. E quindi a un alieno che fosse atterrato soltanto da qualche anno, e che stia faticosamente cercando di capirci qualcosa, oggi verrebbe molto difficile cogliere la differenza tra questo fatto e tutti quegli altri. A noi invece sembra di indossare finalmente l’abito da sera di sera, tipo il vestito delle feste a una festa, non per lavare i piatti o imbiancare le pareti.
Suppongo che valga anche per le “reazioni”.
Le reazioni del mondo politico. Monti: “Sono scosso”, Vendola: “Molto turbato”, Casini: “Sconvolto” #papa huff.to/12GmAk1
— L’HuffPost (@HuffPostItalia) February 11, 2013
Cioè io a ‘sto giro sarei pure disposto a credere a tutti. Però forse abbiamo un problema, e sarebbe il caso di approfittare di questa rara occasione per fare un raffronto al volo tra le tante cose epocali di ieri e la cosa epocale di oggi, vedere lì in mezzo quali sono epocali e quali no, e poi smettere di chiamare “epocali” quelle non epocali. Magari da domani. Se teniamo duro e non molliamo dopo una settimana, e se i miei calcoli sono esatti, alla fine dovremmo ritrovarci con un linguaggio utile e appropriato. Non dico un linguaggio perfetto, ma uno strumento affidabile almeno quanto quello del cercopiteco – che lancia agli altri un segnale di allarme quando vede un predatore (e non lo fa quando il predatore non c’è, bravo cercopiteco) – e magari preciso quanto quello dell’ape – che rientra all’alveare e comunica alle altre da che parte andare e quanto percorrere esattamente per raggiungere il luogo dove sta la pappa.
Un linguaggio normale, insomma.
Dimenti “shock”. Che scioccherà. O scoccerà?
*dimentichi…